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Nelle quiete vasta delle mani

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Affonda dentro ogni volta le mani,
a toccare  l'odore che bagna la pelle,
col cuore in sussulto, d'inchiostro
che morde in un verso, e si arrende,
poco prima dell'alba,
quando una linea divide
il resto dal cielo

annuso nell'aria come una bestia,
seguendo la cerva fino alla tana,
per ricordare la gioia
come sia iniziata  a venire
in tutto piena a dare sapore,
a farsi di luce, dentro un grande silenzio,
il breve respiro, il primo passo per terra
nei fili di giovane erba

così mi appare il suo volto
quando l'amore si è fatto
già un albero alto,
non solo una greppia- aveva l'età
della vita, vibrante nell'aria
e radici fin dentro nel cielo, 
dove l'acqua nasce di spinta
dal dolore dei sassi. Tutto canta
sui lembi di una stessa ferita


nella marcia misteriosa di una goccia
che scende con la sera nella gola
dei cervi.  È un lamento da seguire,
respirando dai talloni
l'urina luminosa sulle foglie,
per la femmina lontana, all'alba-
 
per  la stessa sete noi
attraversiamo il cielo,
seguendo gli antenati,
col filo di una musica che dopo
sará il vuoto e la fantastica bellezza
del sangue scintillante sulle foglie,
bianche. nei giardini della mente

un cammino interiore,  le tue mani-
un ciclo d'acqua, di bestie ,
in un ultimo slancio,
lungo il sogno dei mangiatori di loto
in cerca di parole e creature
-nella casa della sera
come uccelli sacri,
quando tornano al nido
con germogli e semi,
luminosi di fibra, di preghiera,
cui m'affido...senza temere
l'impronta  che mi sfiora al buio

è nella tua lingua che mi curo,
che metto in bocca  il suono delle dita
e con gli stessi occhi trasparenti

ci bagniamo le ginocchia,
piegate insieme nella notte,
aprendo un frutto al seno
lo splendore del racconto
dove il Tuo fluire è cielo
che avanza tra gli alberi e invoca,
con il corpo di una goccia sola,
piena di canti, e folta del bosco, 

la luna,
nella quiete vasta delle nostre  mani.

  Cristina Bizzarri - 25/04/2014 16:33:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Un canto d’amore che tocca, attraversa, accarezza. Oltrepassa.
Ciao Amina.

 Lorenzo Mullon - 24/04/2014 14:47:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

le mani, oggi così poco frequentate, sono il nostro segreto di vastità, che stiamo perdendo per una strana forma di distrazione

 Ferdinando Battaglia - 24/04/2014 07:32:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

La più umana delle poesie, la più originale, la più ispirata. Si ritrova l’atto creativo di Dio: preso il fango e datogli forma, ecco il soffio d’Artista.
Così in te, Amina, l’occhio interiore vede fuori riconoscendovi le parole che già vivono dentro di te, parole che non hanno ancora la voce creaturale figlie delle idee-visioni, nelle similitudini che trasfiguri in simboli; allora la tua poesia si compie, diventa universale, intellettualmente alta si deintellettualizza, uva che diventa vino. E si torna inebriati di stupore dopo la lettura.
Perdona lo sragionare inadeguato di un commentatore incolto, ma istitnivamente incantato.
MiaInsuperabilePoetessa

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